Pellegrinaggio comunità di Arvaiheer

Aprile 2016

Come piccola comunita' cristiana di Arvaiheer abbiamo vissuto il nostro momento di pellegrinaggio giubilare in Mongolia. L'attesa si e' fatta vibrante, dopo l'annuncio che saremmo andati anche noi alla porta santa di Ulaanbaatar, presso la cattedrale dedicata ai santi Pietro e Paolo. Nella tradizione religiosa mongola esiste la pratica del pellegrinaggio, desunta dall'esperienza tibetana di avvicinamento alla citta' santa di Lhasa. E' nota anche l'itineranza ascetica di monaci buddhisti del secolo scorso, prima che fossero vietate dal regime comunista, che intendeva porre fine (anche con la violenza) a qualsiasi espressione religiosa. Partendo da questi presupposti e contando sull'entusiasmo da subito manifestato dalla gente, la preparazione che ha preceduto l'evento si e' concentrata soprattutto sul significato cristiano del pellegrinaggio e del varcare la porta santa; e' stata cosi' un'ottima occasione per approfondire il senso del perdono e della riconciliazione e condividere esperienze personali. L'incontro col Dio misericordioso rivelato in Cristo e' davvero la buona notizia che entra nella vita delle persone, risollevandole da pesi e paure ed aprendo orizzonti nuovi. Anche il concetto di indulgenza e' facilmente comprensibile, viste alcune similitudini con una pratica analoga esistente nel Buddhismo mongolo (il zasal) ed e' stato per noi missionari e missionarie una positiva riscoperta, mentre lo spiegavamo alla gente.

Eccoci pronti a partire. I 430 km che separano Arvaiheer dalla capitale li percorriamo su un piccolo pullman, affittato per l'occasione. Il clima e' festoso; si sa che viaggiare insieme e' sempre occasione di fraternita' ed e' molto sentito qui in Mongolia. Arrivati ad Ulaanbaatar riprendiamo i temi del pellegrinaggio e celebriamo l'eucaristia nel nostro alloggio, come le prime comunita' cristiane che si radunavano nelle case dei fedeli. Poi il grande giorno: tutti con il deel, l'abito tradizionale mongolo, arriviamo in cattedrale dove una catechista da il benvenuto, mostrando i vari ambienti del complesso. Poi il momento solenne della porta santa: nessuna fila, meglio che a S. Pietro, ci siamo solo noi! Solo il rumore del traffico cittadino in sottofondo. All'interno, tempo per adorazione eucaristica e confessioni, poi la messa. Sui volti si accende un sorriso genuino, un senso di soddisfazione e di pace. Nel pomeriggio ci aspetta il vescovo, ma prima mangiamo un panino nel grande parco cittadino. Mons. Padilla e' contento di incontrare tutta la comunita' cristiana di Arvaiheer; chiede impressioni e condivide le sue, insistendo sulla bellezza di essere il primo gruppo di credenti della regione di Uvurkhangai. E' un dono e una responsabilita'; adesso che si e' creata questa comunita' di adulti la fede si puo' gradualmente trasmettere in famiglia, coinvolgendo giovani e bambini. Una foto di gruppo e poi si riparte. Ancora la messa domenicale nella parrocchia di Khan Uul, dove siamo abbastanza di casa. Poi ripartiamo ed e' di nuovo festa, mentre si chiacchiera sul pullman ricordando i momenti piu' emozionanti del pellegrinaggio.

E' stata per tutti un'esperienza di fede e di fraternita' molto profonda. Ha lasciato un segno nella vita di questa piccola comunita', chiamata a vivere e testimoniare in un contesto spesso ostile. Siamo pero' sicuri che la pace e la gioia che abbiamo visto sui volti dei pochi cattolici di Arvaiheer sara' il segno piu' eloquente anche per tutti gli altri di una fede che fa fiorire il meglio racchiuso in ognuno di noi.

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