Incontri di dialogo

Mongolia, Maggio 2016

L'interesse per il dialogo interreligioso e la volonta' di tradurlo in una pratica di vita e di missione si sta sempre piu' concretizzando da quando il progetto-Kharkhorin ha cominciato a prendere forma. Essere presenti nell'antica capitale dell'impero mongolo ha un indubbio valore simbolico: laddove nel XIII secolo i Khan mongoli si erano distinti per apertura e convivenza pacifica di diverse tradizioni religiose (tra cui il cristianesimo nestoriano), accogliendo persino gli inviati papali Giovanni di Pian del Carpine e Guglielmo di Rubruck (entrambi frati francescani), una presenza della Chiesa Cattolica rappresenta un legame ideale con quella storia e insieme manifesta la volonta' di proseguire sulla stessa linea di dialogo e fruttuosa collorazione.

Nelle giornate tra il 17 e il 19 maggio 2016 abbiamo vissuto due momenti particolarmente significativi. Il primo e' stato l'incontro ufficiale con le autorita' civili e religiose di Kharkhorin, alla presenza del Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar. Il sindaco Enkhbat ci aspettava nel suo ufficio, dove abbiamo avuto una bella chiacchierata in cui si e' parlato di storia, di dialogo e di collaborazione. Era la prima volta che il rappresentante della Chiesa Cattolica in Mongolia incontrava il primo cittadino dell'antica capitale mongola. Da parte nostra gli abbiamo confermato che il nostro stile non e' quello di "fare fracasso" ed attirare a tutti i costi l'attenzione, ma abbiamo anche precisato che non vogliamo nascondere la nostra identita' di consacrati e consacrate, membri della Chiesa cattolica; sara' nostro dovere riuscire a farci accettare per quello che siamo, mostrando tutta la sensibilita' e la prudenza che un tale luogo esigono.

Dopo l'incontro in comune facciamo una breve visita al bel museo di Kharkhorin, soprattutto per mostrare al vescovo l'interessante plastico che riproduce l'antica capitale imperiale, compresa la chiesa nestoriana attestata dai diari dell'epoca.

Il momento forse piu' bello lo viviamo intorno a un tavolo, davanti a un gulash (spezzatino di carne con riso e verdure). Oltre al sindaco arrivano due monaci buddhisti, i personaggi piu' influenti di Kharkhorin. Uno e' il vice-abate di Erdene Zuu, il grande monastero la cui fondazione risale al XVI secolo; l'altro e' il responsabile di un altro gruppo di monaci, che si radunano all'interno dello stesso complesso, ma in un differente luogo di culto. Quest'ultimo e' piu' attempato ed esordisce dicendo: "Quando il sindaco mi ha invitato ho accettato volentieri, ma mi chiedevo di cosa si sarebbe mai potuto parlare con stranieri di una religione diversa; ma eccoci qui, seduti alla stessa tavola, conversando nella mia lingua madre: e' una bella sensazione!" Da qui la conversazione scorre piacevole, partendo dalla nostra presentazione e dal perche' abbiamo voluto incontrarli: anche se apparteniamo a tradizioni religiose diverse, siamo tutti sotto lo stesso cielo e desideriamo essere di aiuto alla gente, nel solco di questa tradizione che vede Kharkhorin spiccare per originalita'. "Io non sono uno storico - aggiunge il lama - recito le sutre e faccio le pratiche che mi chiede la gente, ma se ci puo' essere un lavoro comune, benvenga". Spieghiamo del papa e del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, che ha preparato anche quest'anno un messaggio di auguri in occasione del prossimo Vesakh, la grande festa in cui si ricordano la nascita, l'illuminazione e l'ingresso nel nirvana di Buddha; lo abbiamo tradotto in mongolo ed e' il regalo che desideriamo offrire in questa circostanza.

E' lo stesso sindaco a sintetizzare in brevi parole il senso di questo incontro fraterno e parlando di promozione culturale offre la parola al lama piu' anziano, che estrae dalla sua cartellina un fascicolo con disegni tecnici. Si tratta di un progetto che ha avuto la pazienza di seguire per piu' di dieci anni, la ricostruzione di un tempio risalente al XVIII secolo e raso al suolo durante le repressioni del regime comunista negli anni Trenta del secolo scorso. Finalmente il progetto e' quasi concluso e si puo' ammirare nel centro di Kharkhorin un'imponente struttura religiosa ancora in fase di finitura. "Siccome voi cattolici vi proponete per un centro culturale e di dialogo, perche' non collaborare in questo progetto molto concreto e di equivalente significato, ossia la ricostruzione di un antico edificio storico buddhista?"

Viene il momento di salutarci e allora consegnamo il messaggio. Poi una foto di gruppo davanti alla bandiera della Mongolia che si staglia sulla parete dell'ingresso del ristorante. Una stretta di mano e salutiamo sindaco e amici buddhisti.

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Salutiamo il vescovo e torniamo ad Arvaiheer insieme a Enkh Joseph, il diacono che ad agosto diventera' il primo sacerdote mongolo della storia recente. Stara' con noi un po' di tempo, per una sorta di esperienza pastorale prima dell'ordinazione.

Proprio con lui il giorno 19 andiamo a far visita allo staff direttivo del monastero buddhista di Arvaiheer. La motivazione e' la stessa di Kharkhorin, consegnare il messaggio del PCDI, ed e' l'occasione per stringere legami amichevoli di mutuo rispetto e collaborazione. Ad accompagnarci e ad organizzare l'appuntamento e' il sig. Batjargal, vice-governatore della regione di Uvurkhangai in cui si trovano Kharkhorin ed Arvaiheer. Anche lui conserva ottimi ricordi del recente viaggio in Italia insieme al sindaco di Kharkhorin. L'abate e' momentaneamente non disponibile, ma ci accolgono tre monaci del direttivo. Veniamo fatti salire al primo piano della struttura adiacente al monastero, dove nel frattempo sono gia' riuniti tutti i monaci per l'inizio delle festivita' del Vesakh: per tre giorni si daranno il cambio per una sorta di recita corale ininterrotta in onore della grande festa. Spieghiamo il motivo della nostra visita e presentiamo il messaggio; intanto Batjargal conferma la serieta' di quanto ha potuto constatare personalmente durante la sua recente visita in Italia.

Al termine del nostro breve intervento reiterano l'invito a tornare quando ci sara' anche il loro superiore; in ogni caso sembrano gradire la nostra presenza. Probabilmente e' la prima volta che avviene un incontro del genere ad Arvaiheer. Che non sia una buona occasione per rompere qualche barricata e provare a conoscerci e rispettarci meglio a vicenda...

Una visita guidata al tempio principale e poi una foto ricordo. Il vento e' ancora piuttosto freddo, ma e' in arrivo la stagione mite. Per noi sono state giornate intense e ricche di significato. Ci auguriamo che anche per il dialogo interreligioso questo segni l'inizio di una fase positiva e ricca di speranza.

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