La missione sotto zero

Le Missionarie e i Missionari della Consolata in Arvaiheer, Mongolia, ci raccontano come vivono la missione a -30°C.

Nuovi arrivati nella missione della Mongolia

Mongolia, Settembre 2016

È stato nel calmo sorgere del sole del primo agosto 2016 che noi, p. Yeinson Galvis (Colombiano) e p. Dido Mukadi (congolese), abbiamo lasciato l'Italia dopo un paio di mesi trascorsi in attesa dei documenti. La nostra destinazione era la Mongolia, un paese asiatico dove i missionari e le missionaries della Consolata sono presenti dal 2003. Entrambi i sacerdoti recentemente ordinati, siamo stati in attesa di quel giorno e finalmente siamo arrivati! La nostra gioia e le aspettative erano davvero molto grandi.

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Incontri di dialogo

Mongolia, Maggio 2016

L'interesse per il dialogo interreligioso e la volonta' di tradurlo in una pratica di vita e di missione si sta sempre piu' concretizzando da quando il progetto-Kharkhorin ha cominciato a prendere forma. Essere presenti nell'antica capitale dell'impero mongolo ha un indubbio valore simbolico: laddove nel XIII secolo i Khan mongoli si erano distinti per apertura e convivenza pacifica di diverse tradizioni religiose (tra cui il cristianesimo nestoriano), accogliendo persino gli inviati papali Giovanni di Pian del Carpine e Guglielmo di Rubruck (entrambi frati francescani), una presenza della Chiesa Cattolica rappresenta un legame ideale con quella storia e insieme manifesta la volonta' di proseguire sulla stessa linea di dialogo e fruttuosa collorazione.

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Pellegrinaggio comunità di Arvaiheer

Aprile 2016

Come piccola comunita' cristiana di Arvaiheer abbiamo vissuto il nostro momento di pellegrinaggio giubilare in Mongolia. L'attesa si e' fatta vibrante, dopo l'annuncio che saremmo andati anche noi alla porta santa di Ulaanbaatar, presso la cattedrale dedicata ai santi Pietro e Paolo. Nella tradizione religiosa mongola esiste la pratica del pellegrinaggio, desunta dall'esperienza tibetana di avvicinamento alla citta' santa di Lhasa. E' nota anche l'itineranza ascetica di monaci buddhisti del secolo scorso, prima che fossero vietate dal regime comunista, che intendeva porre fine (anche con la violenza) a qualsiasi espressione religiosa. Partendo da questi presupposti e contando sull'entusiasmo da subito manifestato dalla gente, la preparazione che ha preceduto l'evento si e' concentrata soprattutto sul significato cristiano del pellegrinaggio e del varcare la porta santa; e' stata cosi' un'ottima occasione per approfondire il senso del perdono e della riconciliazione e condividere esperienze personali. L'incontro col Dio misericordioso rivelato in Cristo e' davvero la buona notizia che entra nella vita delle persone, risollevandole da pesi e paure ed aprendo orizzonti nuovi. Anche il concetto di indulgenza e' facilmente comprensibile, viste alcune similitudini con una pratica analoga esistente nel Buddhismo mongolo (il zasal) ed e' stato per noi missionari e missionarie una positiva riscoperta, mentre lo spiegavamo alla gente.

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Newsletter 2015

L’anno che si sta concludendo – il dodicesimo da quando siamo qui – ci ha riservato emozioni forti, esperienze diverse e soprattutto incontri. I protagonisti sono quasi sempre loro, i nostri fratelli e sorelle di Ulaanbaatar e di Arvaiheer, che in svariati modi ci hanno aperto squarci sulle loro vite, permettendoci di assistere al miracolo del loro quotidiano e delle loro scelte. C’è chi ha dovuto far fronte a un lutto improvviso, nel bel mezzo della vita; chi ha ritrovato la gioia di sentirsi utile, quando nessuno più gli avrebbe dato credito; chi, senza fughe in avanti o episodi straordinari, ha saputo affrontare il giorno per giorno con pazienza e caparbietà. Un’osmosi di vita che ci ha arricchiti, trasformata in servizio e in preghiera perché la missione passi anche attraverso le nostre debolezze.

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